Islanda On the Road, la guida completa: itinerari, attrazioni e come organizzare il viaggio


L’itinerario che abbiamo scelto credo possa essere valido sia per chi ha già visitato l’Islanda come noi, sia per chi in Islanda non c’è mai stato; toccheremo infatti tutte le bellezze che l’isola offre solo che eviteremo di arrivarci dalla Ring Road.

Avendo già visitato l’Islanda in inverno, abbiamo deciso di basare il nostro itinerario quasi esclusivamente sulle piste interne che in inverno sono chiuse (finiremo infatti il viaggio con quasi 3500km di strade sterrate) e sul campeggio libero. Per poter rispettare le tappe senza il bisogno di deviazioni, abbiamo aumentato l’autonomia di carburante con delle stagne (per un totale 80 litri) in più al serbatoio di serie (in alcune tappe si riveleranno fondamentali).

Itinerario:

Giorno 1

Arrivo a Seydisfjordur, porto di attracco della nave Norrona, e da lì subito in direzione Askja (Ring Road fino alla pista F923 ed a seguire la F910 fino ad Askja, per il ritorno abbiamo optato per la F88).

Se non avete intenzione di fermarvi a dormire al campeggio sull’Askja, calcolate, per l’escursione in giornata, almeno 7/8 ore: 250 km circa di sterrato tra andata e ritorno, 3/4km A/R a piedi per raggiungere i laghi e, se ne avete voglia, 1 ora per un bagno nel lago termale Viti.

Giornata conclusa sul lago Myvatn dopo una breve escursione al lago vulcanico a Krafla, alle fumarole di Hverir ed alla Grotta di Grjótagjá (all’interno della quale sono state girate alcun scene del Trono di Spade).

Se amate il campeggio libero come noi, dormire a Myvatn (e nei dintorni) sarà un vero incubo: i rangers del parco girano tutta la notte e, con modi più o meno gentili, ti obbligano ad entrare in uno dei tanti camping della zona; noi siamo stati svegliati per 2 volte (la prima verso le 23pm ed alle 1am) abbiamo quindi rinunciato e siamo entrati nel campeggio giusto sotto al cratere Hverfjall.

Giorno 2:

Appena svegli saliamo sul cratere Hverfjall (naturalmente spento), una breve camminata di 400/500 metri in salita e altri 2km circa per fare il giro del cratere. Ripartenza in direzione Dettifoss e Selfoss, la 862 è asfaltata fino alle cascate per tornare poi sterrata (vietata alle auto non 4×4) fino al Canyon di Asbyrgi. Da qui proseguiamo per Husavik per poi raggiungere Godafoss. Proseguiamo per Aldeyarfoss dove ci fermiamo a dormire, è possibile vedere la cascata da 2 diverse angolazioni: percorrendo la 842 si arriva in un parcheggio molto vicino (200m circa) altrimenti si puo’ percorrere la 844  dalla quale si deve poi camminare per circa 2/3 km ma, probabilmente, si gode di una vista migliore.

Giorno 3:

Partenza al mattino presto per poter percorrere tutti i 200km circa della mitica F26, una delle piste islandesi con i panorami più belli che abbiamo trovato, e raggiungere dopo circa 7/8 ore la zona del Landmannalaugar dove abbiamo programmato dei trekking. Finita la parte sterrata della pista, troverete una grande centrale elettrica, girate sulla destra e proseguite fino all’incrocio con la F208.

Appena imboccata la F208 vi troverete davanti Sigoldufoss e, prima di arrivare al campeggio, potrete visitare con delle brevissime deviazioni, i laghi vulcanici Blahylur e Ljotipollur (raggiungibile con un trekking oppure soltanto con un mezzo 4×4) ed il cratere Stutur. Nel parcheggio antistante il campeggio è consentito sostare per la notte.

Giorno 4:

Il primo imprevisto del viaggio arriva proprio in questo quarto giorno: la mappa che vedete sopra riporta la strada che avevamo ipotizzato di fare prima della partenza ma un guado troppo rischioso ci ha costretto a riconsiderare il percorso. Se dovessi scegliere oggi il migliore tra i 2, sicuramente sceglierei il nuovo in quanto sia la F208 che la Landmannaleid (o F225) si sono rivelate strade di una bellezza unica:

Dal Campeggio del Landmannalaugar proseguite in direzione sud sulla F208 fino a raggiungere Ofaerufoss (è ben segnalata e la si puo’ poi raggiungere con un breve trekking di 3 ore circa A/R); da qui, anche se è una cosa che non amo fare (ma vista la bellezza della strada ne vale la pena) tornate di nuovo indietro fino al campeggio ed imboccate la F225 in direzione nord per raggiungere e dormire proprio sopra Haifoss.

Suggerimento per raggiungere Haifoss: la cascata non è segnalata, una volta imboccata la 32 seguite le indicazioni per il campeggio; entrerete in una strada sterrata che finisce davanti ad una casa, aprite la recinzione che vi troverete davanti e richiudetela… dopo pochi km sarete arrivati!

Giorno 5:

Nonostante Google maps dica sia imposibile, vi assicuro che raggiungere Gulfoss da Haifoss senza toccare asfalto è possibile (solo con un 4×4)! 😀 Venendo via dal parcheggio di Haifoss invece di girare a destra per tornare verso la casa, svoltate a sinistra e seguite i tralicci dell’elettricità, la strada è messa piuttosto male e ci sono un paio di guadi impegnativi ma arriverete a Gulfoss precisamente dalla parte opposta ai parcheggi ufficiali e ve la potrete godere in totale solitudine (visto che dovrete poi proseguire sulla F35, vi consiglio di godervi la cascata da entrambi i lati). Percorrete tutta la F35 in direzione nord fino a raggiungere la Ring Road, da qui, proseguendo verso ovest, fate una piccola deviazione sulla 711 a Hvitserkur per vedere la roccia a forma di elefante, in mezzo al mare a pochi metri dalla costa. Facciamo sosta per la notte al campeggio/ostello Farfuglaheimilid Saeberg (saeberg@hostel.is), 30 euro a notte compreso anche l’utilizzo delle vasche termali all’aperto con vista sul fiordo.

Giorno 6:

Si entra nei fiordi occidentali, la prima precauzione che dovete prendere è: fate il pieno alla macchina! C’è un distributore proprio all’incrocio tra la Ring Road e la 68. Il punto d’arrivo della giornata è Latrabjarg, una delle scogliere più importanti dove avvistare i puffin, anche se agosto non è certo il mese migliore, decidiamo di fare comunque un tentativo. Se avete un 4×4 vi consiglio di arrivare fino a Kollafjordur ed imboccare la 690 (non è segnalata su Google maps) che vi rimetterà direttamente lungo il Gilsfjodur.

Proseguite sulla 60/62 fino al bivio per Latrabjarg, sulla 612 incontrerete anche il relitto di una nave norvegese (la Gardar BA64) arenata su una spiaggia e, pochi km dopo, un piccolo museo con un relitto aereo e altri mezzi d’epoca.

Per dormire vi consiglio il paesino di Talknafjordur sulla 617, dopo il paese inizia la strada sterrata, percorretela per circa 2km e sulla destra vedrete l’indicazione Pollurin, sono delle vasche termali caldissime, godetevi da li il tramonto sui fiordi!

Giorno 7:

Giornata in giro per i fiordi occidentali con punto d’arrivo a Djupavik per vedere un altro relitto di una nave. Nel percorso non ci sono bellezze particolari da esplorare, semplicemente si gode dei panorami incontaminati della zona. Da segnalare alcuni punti di avvistamento foche, la cascata Dynjandi e la bellissima ed inattesa sopresa di una piscina termale subito dopo l’aeroporto di Bildudalur.

Giorno 8:

Ritorniamo verso sud e facciamo tutta la Penisola di Snaefellsnes che avevamo già visitato in inverno, torniamo a vedere alcuni luoghi ed aggiungiamo il paesino di pescatori di Stykkisholmur e la chiesa nera di Budir (entrambi evitabili). Dormiremo sulla strada che porta a Hraunfossar, la prima tappa del giorno successivo.

Giorno 9:

Partendo da Hraunfossar, imboccate la F550 (o Kaldidalur) e proseguite sulla F338, 2 piste stupende che corrono tra campi di lava e ghiacciai e vi porteranno a pochi Km da Geysir e Bruarfoss (un fiume con un colore celeste molto acceso); non è facilissimo da trovare perchè non ci sono indicazioni: imboccate la via Brekkuskogur, al primo bivio tenetevi sulla sinistra poi proseguite a diritto per circa 3km, passerete un campeggio e poco dopo troverete un cartello per il fiume Bruara, seguitelo. Lungo la recinzione noterete dei cartelli che dicono di non oltrepassare la recinzione… be, non si dovrebbe dire ma, fate finta di niente, scavalcate e seguite il sentiero per 300/400 metri, sarete arrivati! 😀 L’alternativa, o meglio il nuovo percorso, inizia dal ponte sul fiume sulla strada 37 ma, partendo da qui, dovrete camminare almeno 3/4km… a voi la scelta! Abbiamo evitato Kerid (che è diventato a pagamento, 300 ISK) ed abbiamo dormito all’inizio della F225, all’incrocio con la pista che porta al vulcano Hekla.

Giorno 10:

Appena imboccata la F225, dopo una decina di km circa, svoltate a destra seguendo il cartello per Hekla. C’è subito un primo bivio senza indicazioni, prendete a sinistra. Al successivo seguite le indicazioni per Keldur, la strada vi rimetterà sulla F210 (non indicata, girate a destra al primo incrocio per immettervici e sempre a destra per uscirne ed andare ad immettervi sulla 261 in direzione Ring Road)

Il paesino di Keldur, oltre ad avere orari di apertura e chiusura (9:00-18:00) ed un biglietto d’ingresso (1200 ISK) è anche molto poco interessante, saltatelo pure senza rimpianti.

Chiudiamo la giornata con 2 belle sorprese: Seljalandsfoss e Gljufrabui (o secret waterfall) sono molto più belle in estate rispetto all’inverno

con 1 bella conferma: Skogafoss è sempre stupenda, e ci accoglie con un arcobaleno stupendo

2 delusioni: le terme di Seljavellir sono pessime, acqua verde palude e soprattutto fredda oltre ad un ovvio sovraffollamento. Il relitto dell’aereo sulla spiaggia di Solheimasandur non è più raggiungibile in auto, è stato fatto un mega parcheggio lungo la Ring con passaggio pedonale (vomitevole).

Fare campeggio libero da queste parti non è semplicissimo, tutte le strade che vanno verso nord hanno divieti in quanto entrano nel parco, scegliete una strada che vada verso il mare… magari non troppo vicina alle maggiori attrazioni! (noi abbiamo dormito sulla 219)

Giorno 11:

Giornata di relax: visitiamo la scogliera con l’arco a Dyrholaey, la spiaggia di Reynisfjara e ci dirigiamo verso la laguna di Jokulsarlon. Aspettiamo il tramonto sulla laguna ed andiamo a dormire su Diamond Beach (la spiaggia degli icebergs) alle sue spalle, in attesa dell’alba. Sulla strada che ci porta verso est, facciamo una deviazione sulla F206 per visitare il canyon Fjaðrárgljúfur e, sempre lungo la Ring Road ci fermiamo a visitare la piccola e caratteristica chiesa del paesino di Hof.

Giorno 12:

Dopo una sveglia alle 4.30 per fotografare l’alba ed una lunga camminata intorno alla laguna, decidiamo di concederci un bel bagno termale in una delle tante hot pot libere che ci sono in Islanda. Ci dirigiamo quindi verso Hoffell ma abbiamo la brutta sorpresa di trovarle chiuse per manutenzione. Facciamo una breve visita al vicino ghiacciaio e proseguiamo in direzione Djupivogur dove, 1km prima di entrare in paese,  troviamo una hot pot eccezionale tanto che decidiamo di passarci sia la serata che la mattinata seguente dormendo su una spiaggia a poca distanza (nello spiazzo vicino alla vasca c’è divieto di campeggio).

Giorno 13:

Iniziamo la giornata con un bel bagno caldo e ci dirigiamo verso Litlanesfoss e Hengifoss (si visitano entrambe con lo stesso trekking di circa 5km A/R) sul lago di Egilsstadir. Nel pomeriggio visitiamo il Mjoifjordur fino al faro di Dalatangi, il più antico d’Islanda e dormiamo nel fiordo, vicino al relitto di un vecchio peschereccio per aringhe.

Giorno 14:

Ultimo giorno in giro per i fiordi orientali. Onestamente niente di eclatante da vedere se non curisare in giro. L’unico punto che ci interessava è il faro di Vattanes che però abbiamo scoperto essere visibile solo da lontano, la strada che ci arriva è privata ed è stata chiusa. Chiudiamo il nostro viaggio dormendo nel parcheggio di Gufufoss, ad un paio di km dal porto di Seydisfjordur, in attesa della nave del ritorno, il mattino successivo.

Pubblicità

15 risposte a “Islanda On the Road, la guida completa: itinerari, attrazioni e come organizzare il viaggio

  1. un bel viaggio dettagliato e prezioso per chi lo vuole visitare con mezzi uguali ai vostri.
    Quindi per entrare in certi paesi si deve pagare il biglietto d’ingresso, almeno ho capito questo.

    • In realtà il 99% delle attrazioni sono gratuite, il paese di Keldur (se ti riferisci a quello) prevede un biglietto d’ingresso in quanto è una sorta di piccolo museo a cielo aperto con antiche abitazioni tipiche. Se si fosse trattato di un centro un po’ più grande sarebbe stato sicuramente più interessante ed il costo del biglietto, probabilmente, giustificato!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...