- Il Ciolo
- Alba sui Faraglioni di S. Andrea
- Grotta della Poesia
- Faraglioni di S. Andrea
- Alba sui Faraglioni di S. Andrea
- Alba sui Faraglioni di S. Andrea
- Le due Sorelle
- Faraglioni di S. Andrea
- Punta Prosciutto
- Scogliera a S.Andrea
- Entrata Grotta Zinzulusa
- Scogliera a S.Andrea
Il mare mi annoia.
Questo programma di viaggio non è sicuramente adatto a chi ama sdraiarsi per ore sulla spiaggia, lo è invece per chi, anche in una vacanza al mare, ama essere in continuo movimento. Personalmente dopo 2 ore ed un paio di tuffi nello stesso luogo, inizio ad aver voglia di vedere qualcosa di nuovo, spostarmi, rimettermi in viaggio e, proprio seguendo questa filosofia, abbiamo passato questi 3 giorni in Salento, partendo da Punta Prosciutto, sulla costa ionica, e percorrendo tutto il tacco fino a risalire lungo il versante adriatico. Il viaggio si riferisce al periodo fine maggio/primi di giugno, tenete quindi presente che prezzi e soprattutto il numero di turisti, sono riferiti a quella che qua è ancora bassa stagione, vi scosiglio vivamente (per esperienza personale) di fare lo stesso da metà giugno a metà settembre.
Arriviamo a notte fonda proprio a Punta Prosciutto, luogo ottimo per il campeggio libero; c’è un ampio piazzale affacciato sugli scogli oppure, seguendo la costa, si puo’ approfittare di uno dei tanti accessi al mare. Se arrivate in orari decenti è presente anche un’area di sosta camper con accesso diretto sul mare. L’acqua di questa insenatura è paradisiaca, come paradisiaca sarebbe la stupenda spiaggia di fine sabbia bianca se i soliti animali imparassero a portarsi a casa i propri rifiuti; nonostante qualche volenteroso che al mattino presto passa per cercare di pulire il possibile, lo scempio resta. Come uno scempio sono le costruzioni sulle dune di sabbia con accesso diretto alla spiaggia, abusive e spesso non completate (qua il discorso sarebbe lungo, davvero troppo lungo…) mi piacerebbe solo sapere cosa puo’ spingere qualcuno a gettare un bottiglia o una busta di plastica in un mare come questo sotto:
Ripartiamo in direzione Marina di Pescoluse per visitare quelle che vengono chiamate “Le Maldive del Salento“, il posto sicuramente vale (anche se, forse, non tanto quanto viene (giustamente) ben pubblicizzato). La spiaggia è molto bella e, finalmente, anche ben tenuta, ci sono molti stabilimenti ma per fortuna non mancano parti di spiaggia libera. L’area si vede che è abituata a ricevere una buona dose di turisti, i parcheggi sono abbondanti e le strutture dove fermarsi per la notte abbondano; noi abbiamo scelto il Camping Santa Maria di Leuca – Camping&Wellness (http://www.campingsmleuca.com/) rapporto qualità prezzo eccellenti (2 persone + Starless a 15 euro a notte), bagni nuovissimi e ambiente in generale molto ben curato. Ristorante da rivedere ma, considerando che la struttura aveva appena riaperto, niente di irrecuperabile.
Ripartendo dal campeggio, il primo luogo che sicuramente merita una visita è il Canale del Ciolo, in località Gagliano del Capo, una delle gravine più spettacolari di tutto il Salento. Si scende da un facile sentiero fino ad una piccola spiaggia sassosa dalla quale (accessibile solo dal mare) si puo’ raggiungere la Grotta del Ciolo, da cui la località prende il nome.
Il mio consiglio, risalendo verso Otranto, è di non lasciare mai la SP358 regala degli scorci veramente unici. Uno dei luoghi che avevamo in mente di visitare ma che purtroppo abbiamo mancato, causa maltempo, è la Grotta Verde a Marina di Andrano; il luogo è molto semplice da trovare, arrivando in Paese è ben segnalato e si riesce ad arrivare fino all’entrata della grotta a piedi dopodiche ci si deve immergere e nuotare per un breve tratto, l’accesso è gratuito. L’entrata vi sembrerà piuttosto anonima ma lo spettacolo all’interno è stupefacente, vi lascio una foto presa in rete per farvi capire di cosa vi sto parlando:
Riprendiamo il viaggio lungo la litoranea e la nostra attenzione è subito catturata dall’indicazione per la Grotta Zinzulusa, il nome ci fa’ sorridere, non ne avevamo mai sentito parlare prima così ci informiamo in rete e decidiamo di visitarla. L’accesso ha un costo di € 5, la visita è guidata, all’interno è possibile scattare fotografie ma senza, ovviamente, l’uso del flash. La durata di tutto il percorso è di circa 30/40 minuti.
L’ ingresso è maestoso, scavato in una parete a picco sul mare tra Castro Marina e Santa Cesarea Termenella, si tratta di uno uno dei maggiori fenomeni carsici del Salento. Il nome che tanto ci ha fatto sorridere, scopriamo che deriva dalle numerose stalattiti e stalagmiti simili a stracci di un abito logoro, nell’idioma salentino appunto gli “zinzuli“. La leggenda racconta che un crudele barone, dopo aver ucciso la moglie, costrinse la figlia a vivere di stenti e vestire di stracci. Nonostante questo, grazie all’incontro con una fata, la ragazza riusci a sposarsi con un principe e i suoi logori vestiti furono portati via dal vento, pietrificandosi sulle pareti della grotta. Il padre, per punizione, fu fatto sprofondare all’inferno facendo emergere, in quel punto, un laghetto (oggi chiamato Cocito). Questo lago si trova nella parte remota della grotta e il suo nome richiama il lago cantato nell’inferno dantesco. Qui vive una specie di gamberetto cieco che, secondo la leggenda, è divenuto tale dopo aver assistito alla drammatica fine del barone.
La grotta si articola in 3 parti distinte: dopo un breve percorso esterno di circa 150 metri si accede a una galleria carsica lunga poco meno e denominata “la Conca”, invasa da acque limpidissime, in parte marine ed in parte di sorgenti d’acqua dolce, da qui si raggiunge un’ampia cavità che prende il nome de “il Duomo”, il salone terminale del tratto turistico. Da questo punto (soltanto per motivi di studio e ricerca) si puo’ accedere al Cocito al cui interno sono stati rinvenuti fossili viventi unici al mondo.
Arriviamo nel primo pomeriggio a Sant’Andrea e ci sistemiamo nell’ Area Camper I Faraglioni ( http://www.areacampersalento.com/ ), posizione davvero ottima, a 100 metri dalla costa, servizi e ambiente accoglienti e pulitissimi. In bassa stagione tenete in considerazione la possibilità di poter dormire anche direttamente nel parcheggio a picco sopra i faraglioni. Lungo la costa a picco sul mare esiste un sentiero che porta fino a Torre dell’ Orso, molto semplice, che vi consiglio assolutamente di fare. Sui faraglioni c’è ben poco da raccontare, luogo di una bellezza unica che meriterebbe di essere conosciuto ben più di quanto lo sia attualmente, le immagini parlano da sole
E’ sicuramente questo il tratto di costa che più ci ha fatto innamorare, a poca distanza l’uno dall’altro è un continuo susseguirsi di luoghi magici, per la loro bellezza e per il fascino delle leggende che li raccontano. A poco più di 1 km, seguendo il sentiro di cui vi parlavo poco sopra, si apre davanti ai vostri occhi la spiaggia di Torre dell’Orso con “Le 2 Sorelle”: due scogli identici, vicinissimi tra loro che quasi si sfiorano. La leggenda narra che 2 sorelle, allontanatesi da casa alla ricerca della felicità, arrivarono sulla scogliera di Torre dell’Orso dove, una delle due, innamorata dei colori del mare sottostante, decise di gettarsi per un bagno. Una volta in acqua però iniziò ad annaspare e la sorella, nel tentativo di salvarla, si tuffò ma invano. Entrambe troveranno la morte in quel mare, abbracciate l’una all’altra. Il Dio del mare, impietosito dal fatto che fossero morte a causa della bellezza del suo regno, trasformò i loro corpi in 2 scogli che, per sempre, sarebbero rimasti abbracciati a guardia della costa. Un pescatore, richiamato dalle urla, arrivò sul posto pochi minuti dopo la morte delle sorelle ma non trovò nessuno, soltanto 2 scogli mai visti fino al giorno prima….
Riprende il cammino, ancora una volta una distanza che non supera i 2 km e si arriva nella frazione di Roca Vecchia, sulla vostra destra vedrete una colonna di marmo in mezzo ad un campo, incamminatevi in quella direzione e raggiungerete le 2 grotte Posia (dal greco, sorgente d’acqua dolce). Le grotte si sono oggi trasformate in conche in quanto le volte sono crollate in seguito alle numerose mareggiate. La più piccola delle due grotte ( “Poesia Piccola” ) è attualmente chiusa al pubblico, sulle pareti sono state ritrovate numerose iscrizioni in greco, latino e messapico. Grazie a tali iscrizioni gli studiosi hanno scoperto l’originaria funzione della grotta: essa era un luogo di culto del dio Taotor.
La più grande e più famosa delle 2 “grotte” è invece di libero accesso, qui è possibile immergersi in splendide acque cristalline sempre calme. Anche in questo caso, sono le leggende salentine a dar ancor più fascino ad un luogo già di per se incredibile; la leggenda vuole che una bellissima principessa fosse solita immergersi in questa acque; molti poeti, essendo a conoscienza di questa presenza, raggiungevano la grotta per ammirare la principessa ed essere ispirati dalla sua bellezza.
Grazie, hai scritto proprio il post per me! E’ da anni che vorrei andare in Salento ma la “ressa” mi ha sempre scoraggiato..vorrei andarci a settembre inoltrato e queste informazioni sono proprio utili.
Io ho fatto un giro simile a questo in Algarve l’anno scorso..per vedere più posti possibili e perchè non riuscivo a stare ferma in un posto per tanto tempo! Sarà la sindrome del viaggiatore?! 🙂
Mi sa che abbiamo gusti molto simili allora perchè anche io sono sempre a cercare lo spazio di tempo giusto per una gita in Algarve! 🙂 Noi mediamente abbiamo fatto 3 spiagge al giorno, una al mattino presto, una sul mezzo del giorno ed una nel tardo pomeriggio, di alcune non ho scritto perchè alla fine si somigliano un po’ tutte (non sono un grande amante del mare 🙂 ) Comunque il Salento merita, se puoi, organizza dopo il 10 di settembre, i proprietari dei luoghi dove ci siamo fermati ci hanno tutti confermato che è in assoluto il miglior periodo dell’anno in quella zona!
anche in Italia ci sono dei posti bellissimi che possono fare concorrenza con quelli stranieri.
Molto interessante è questa escursione in terra italica.
Mai avuto dubbi a riguardo! il problema è che troppo spesso siamo noi a non essere all’altezza di tanta bellezza….
su questo non c’è dubbio! Abbiamo tante bellezze, non solo marine, che non riusciamo a valorizzare.
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Le grotte di Zinzolusa le ho “visitate” ben 38 anni fa, quando non si pagava nulla…spettacolari. E molte di quelle zone sonio ancora nel mio cuore, nei miei occhi e nelle fotografie quasi scolorite. Eravamo un piccolo gruppo (5 ragazzi, tra cui mio fratello, e solo io donna) con la voglia di scoprire: sacco a pelo e niente meta, ci siamo affidati alle persone del posto e l’esperienza è stata meravigliosa. Maionese a parte 🙂
Racconto che fa’ sognare. Le fotografie scolorite, i luoghi gratuiti, l’affidarsi alle persone del posto. Merce sempre più rara ed in alcuni casi del tutto scomparsa. Ho la nostalgia di un periodo che non ho vissuto ma nel quale ho sempre immaginato di poter essere a mio completo agio….
Credo ti ci saresti trovato alla perfezione 😉 🙂