Non consiglierei questo viaggio a nessuno ma consiglierei a tutti di fare certe esperienze.
Varanasi è formata da un dedalo di stretti vicoli ricoperti di merda e rifiuti.
Varanasi è i migliaia di colpi di clacson che ogni giorno ti perforano il cervello mentre passeggi; è le carcasse di cani morti che trovi ad ogni angolo di strada; è il “Boat Sir?” “Boat Sir?” “Boat Sir?” o lo “Shave Sir?” “Massage Sir?” assillante dei venditori lungo i Ghat; è la puzza di piscio degli angoli più nascosti (e spesso anche di quelli meno); è la preghiera notturna sparata nelle casse ad un volume sempre troppo alto per permetterti di dormire; Varanasi è macerie ovunque; è un patrimonio artistico ed immobiliare andato perduto per sempre; è le decine e decine di corpi bruciati 24/24 la cui cenere ti si posa sulla faccia mentre li osservi tornare alla terra; è le centinaia di storpi che elemosinano poche rupie all’ entrata dei ghat principali; è una chiacchierata sconclusionata sull’astronomia con un santone strafatto d’oppio; è le pozze rosso/marroni degli sputi dal paan; è sacro e profano: i fedeli a gettare rupie in acqua con accanto i disperati che, con una calamita legata ad un filo, rastrellano il fondo del Gange nella speranza di recuperarle; è un ammasso di corpi troppo grassi o troppo magri in un continuo immergergersi in un’acqua troppo inquinata (non pensiate che questa: (foto presa dal web) sia davvero India! ) Questa è l’ India dei viaggi fotografici per benestanti pensionati.
Durante delle ricerche ho letto che, poco distante da dove alloggiavo io, c’era un hotel da 200 euro a notte; incuriosito, sono andato a vedere chi potesse alloggiare in un posto del genere e mi sono trovato davanti persone come me, come voi, come vostro padre od il mio miglior amico; persone che torneranno alle loro case e racconteranno di una Varanasi (o, se vogliamo ampliare il concetto, di un’ India) che non esiste. Concordo sul fatto che ci siano diversi modi di viaggiare ma non sul fatto che ci possano essere diverse verità: la vera India ti fa pensare all’omicidio almeno un paio di volte al giorno e Varanasi, da questo punto di vista, è una delle città che più degnamente la rappresenta.
Varanasi, però, è anche centinaia di aquiloni fatti volare da grandi e piccini durante tutta la giornata; è le decine di persone che, ogni notte, con mezzi più o meno di fortuna, quella merda e quei rifiuti cercano di toglierli; è le migliaia di candele che illuminano la notte di questa città; è le comitive, colorate e chiassose, di fedeli che arrivano da tutto il Paese per le abluzioni nel Gange; è la religione vista come festa e non come qualcosa da temere; è essere rincorso, nel caos di persone, tuk tuk e rickshaw della via principale, da un ragazzo per scusarsi di avermi appena sfiorato con il freno della bicicletta; è incontrare un Baba nella notte che, invece di chiederti soldi come tutti, ti offre un mandarino che dividi con lui seduti in riva al Gange, in un silenzio di condivisione che vale più di mille parole.
Varanasi è l’attesa del calare del sole e l’ attesa che il sole sorga di nuovo. Nessuno nasce, vive o muore veramente a Varanasi.
Don’t try this at home… o forse sì!
Sono per il consumo consapevole 😀
Io anche… Ma incontrollato
Foto stra-meravigliose!
Tenchiù 🙂
Quando ho letto del tuo programma di viaggio in India ho pensato a cosa quella terra ha smosso dentro di me, già da prima di andarci. E’ un posto per il quale avevo bisogno di “sentirmi preparata” e ci ho messo quasi dieci anni per trasformare il desiderio in realtà.
Nel giro che ho fatto (Rajastan e Kerala) si era pensato di farci entrare – anche se a fatica – Varanasi, soprattutto perchè era il desiderio acceso di una delle altre due compagne di viaggio. Per ragioni logistiche e di tempo abbiamo rinunciato, ma confesso di esserne stata felice. Mi sentivo pronta per l’India, ma non ero certa di esserlo per Varanasi.
Dopo un mese di viaggio, quando era ora di tornare a casa, ho pensato di stare venendo via sul più bello: ma come? Proprio ora che inizio a pensare di capirci qualcosa, che sono in grado di interagire (e reagire), che mi approccio a vivere “da dentro” questa esperienza, è ora di andare?
Credo anch’io che tornerò in India, ma non so bene quando. Anche per il ritorno sento la necessità del momento giusto.
Bello ritornarci con le tue foto e i tuoi racconti. Buon proseguimento.
L’India, se non è il momento giusto, può trasformarsi in una vera agonia. Arriverà il giorno in cui tornare sarà una necessità. Mi fa’ ridere la parte di iniziare a sentirsi pronto a interagire e soprattutto reagire soltanto a fine viaggio: è proprio così. E’ successo e continua a succedermi ogni volta, questo Paese necessita sempre di un bel periodo di rodaggio prima che tu possa sentirti pronto per “combattere” 🙂
Forse è proprio per sfatare questi miti e vedere queste verità che amiamo viaggiare!
In un mondo perfetto sarebbe proprio così 🙂 nel mondo odierno però trovo raramente persone che mi parlano della merda che trovano o semplicemente delle esperienze negative avute….. Si tende a parlare sempre del bello, dello straordinario; ed io, di chi parla sempre di luoghi meravigliosi, come di chi è amico di tutti, mi fido davvero molto molto molto poco 😉
Più o meno quello che tutti i viaggiatori veri dicono dell’India.
Sicuramente un mio limite, dubito che ci andrò mai.
Credo che nel “saper viaggiare bene” rientri anche una buona dose di umiltà nel capire i propri limiti, non ho mai sopportato i rambo 🙂 Io, ad esempio, ho per adesso accantonato l’amazzonia per via dei troppi animali; l’ho messa in un angolino, ogni tanto la guardo in segno di sfida… prima o poi forse lo farò, ma dovrò esserne convinto al 1000%!
bellissimo!
Grazie Luca! 🙂
Senza dubbio quello che hai scritto è anche l’altra faccia dell’India, quella meno conosciuta e schivata nei tour turistici.
Uno che legge il post può avere una delle due reazioni. Varanasi lungi da me, Varanasi aspettami che vengo a vederti.
Mi piacerebbe riuscire a rendere un’idea a 360 gradi dei luoghi in cui vado, potrei riuscirci con Berlino, Londra, Lisbona o qualche altra città europea…. Per l’India, per quanto io mi possa impegnare nelle descrizioni, l’unica cosa da fare è toccare con mano ( e con naso, bocca, orecchie….. 🙂 )
Però in questo caso ci sei riuscito. Hai trasmesso una sensazione che il posto non può essere descritto ma solo osservato con tutti i sensi, come hai scritto.
Oddio sarà che il mio viaggio dei sogni è sempre stato l’India ma a me hai fatto venire voglia di andare a vederla! P. Bellissime foto!
Con le giuste aspettative, l’ India è un paradiso per chi ama viaggiare in un certo modo 🙂 se senti il richiamo, prendi e parti, troverai sicuramente delle difficoltà durante il viaggio ma sono altrettanto sicuro che non sarà la tua ultima volta in quel Paese
Sono sicura che prima o poi lo farò. 😊 Intanto sto continuando a sbirciare tra i tuoi viaggi, uno perché ho la passione per la fotografia e le tue foto sono bellissime, due perché come racconti i posti che visiti fai venire un’incredibile voglia di preparare lo zaino e partire! 😊
Se ti ho fatto venire voglia anche dopo questo articolo su Varanasi, sei destinata a partire! 😀 Grazie mille per le belle parole. Matteo.
Le foto sono stupende, devastante il racconto su Varanasi.
Avevo visitato Varanasi in estate, con il Gange in piena, e la città era completamente diversa; certo non era un gioiello di pulizia ed ordine, ma la sensazione di “girone infernale” che mi ha dato questa volta è stato particolarmente forte..
Parole di una sincerità disarmante e toccante. Complimenti davvero!
Grazie Sara! 🙂 Visto che siamo qua a raccontare viaggi e non a venderli, non essere sinceri al 100% non avrebbe senso no? 😉 Matteo
No, infatti! 😀 Lodavo la scelta delle parole e del modo di esprimerti, sei riuscito a farmi immaginare benissimo lo scenario (ho guardato le foto solo in seguito).
Ne sono felice 🙂 il bello, comunque, ha mille modi di manifestarsi e qualcosa probabilmente si riesce a trovarlo anche nel “girone infernale” di Varanasi 😉
Realismo e meraviglia
…viene il dubbio che la realtà sia leggermente migliore di come ce la vogliono far credere 🙂 basta cambiare il punto da cui la si guarda (e soprattutto scoprirla con i propri occhi invece che farsela raccontare da terzi 🙂 )…
Già, mi sa che molto spesso è così! Cmq davvero complimenti per le foto!
Grazie mille 🙂
Davvero emozionante leggere questo articolo… sentirsi immersi nelle tue parole. Complimenti.
Grazie mille Giada! Felice ti sia arrivato quel che sentivamo in quei giorni…. Nel bene e nel male 🙂 Matteo