Can Tho


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Arriviamo a tarda sera a Can Tho e ci dirigiamo direttamente al nostro hotel, Xoai (info@hotelxoai.com hotelxoai.com), appena fuori dalla zona turistica (15 minuti a piedi), la camera è piccolissima (poco più grande del letto), il bagno invece buono. Tutto l’albergo è nuovissimo e pulito, personale perfetto e soprattutto tariffe basse.
Nonostante il faticoso viaggio dalla Cambogia, la mattina sveglia alle 5 in direzione Cai Rang, per partecipare a quello che è il più grande mercato del Delta del Mekong. Ogni albergo organizza gite per i mercati galleggianti ma i prezzi sono esosi (dai 15 ai 20$ a persona), per il primo giorno abbiamo deciso di andare a contrattare sul posto e capire meglio il meccanismo.
Raggiungiamo Cai Rang (che poi sembra non essere altro che un quartiere di Can Tho visto che non si esce mai dalla città) in motorino (25000VND a persona) ed ovviamente, appena arrivati, siamo subito presi d’assalto dai barcaioli. Non conoscendo bene la giusta tariffa andiamo ad intuito, dalla prima richiesta di 400000VND scendiamo fino a 200000VND ma, sembrandoci ancora esagerato, tiriamo oltre. Dopo il primo gruppo di barcaioli, il mercato continua lungo una strada tra le case che non si affaccia mai sul fiume  se non nei punti di carico e scarico merci; proprio in uno di questi abbiamo trovato un vecchio signore che, scaricato il suo carico di frutta, si è offerto per portarci in giro in barca per il mercato, costo 150000VND.
Sembra di calarsi in un’altra epoca: cappelli di paglia, barche di legno che a stento galleggiano per gli eccessivi carichi, il fumo delle cucine improvvisate sulle imbarcazioni, tutto quanto va a comporre un quadro quasi perfetto. Resistere alla tentazione di mangiare qualcosa mentre sei in barca è praticamente impossibile e così cediamo con piacere: un caffè ed un Pho Bo che probabilmente resteranno tra i migliori di tutta la vacanza (nonostante, appena finita la tua zuppa, la signora pulisca la scodella nel fiume Hau e la serva al prossimo cliente; quel sapore speciale,da qualche parte, doveva arrivare!). Se ci riuscite, fatelo. Io sono ancora vivo. Nei 20 minuti che mi ci sono voluti per mangiare il pho mi sono state scattate almeno una dozzina di fotografie da parte di turisti su barche a motore, in 20, con giubbotto di salvataggio: vi assicuro che tra i due, lo strano non ero io. Quando siete in paesi stranieri, smettete di aver paura del “leggermente diverso dal solito”, smettete di mantenere le vostre abitudini, smettete di farvi organizzare sempre ogni cosa dagli altri o finirete per perdervi tutto. Le vaccinazioni che facciamo prima di partire dovranno pur essere sfruttate in qualche modo no? 🙂
Piccolo inciso riguardante il famoso ponte dal quale, secondo la Lonely Planet, si possono scattare fotografie al mercato di Cai Rang: il ponte dista almeno 500m dal mercato, io non so che lenti usino loro ma sicuramente nessun turista normale puo’ avere una lente in grado di fare una fotografia decente da quelle distanze.
Per il secondo giorno cambiamo organizzazione: nel pomeriggio, mentre visitiamo la città, incontriamo la Sig.ra Chien, una simpatica vecchietta che con qualche parola in inglese e qualche biglietto scritto, ci propone, per il giorno successivo, una gita di 7 ore ai mercati di Cai Rang, Phong Dien (a circa 20km da Can Tho) e ritorno lungo i canali interni della zona, costo 10$ a testa. L’offerta ci è sembrata ottima ed abbiamo accettato, partenza alle 4.30 e rientro alle 11.30.
La partenza di notte sul Delta del Mekong a bordo di una bagnarola è davvero emozionante, così come vedere le prime luci dell’alba ed accorgerti del fermento intorno a te: tutti si preparano per raggiungere il grande mercato.
Mentre il mercato di Cai Rang lo potremmo definire un mercato per grossisti (grandi navi con carichi di tonnellate restano ancorate anche per diversi giorni in attesa di vendere tutta la merce), il mercato di Phong Dien è un piccolo mercato al dettaglio: le barche sono molto meno numerose (20/30), tutte
a remi e di piccole dimensioni, un’atmosfera diversa da Cai Rang ma non meno affascinante. La visita ai 2 mercati porta via circa la metа del tempo previsto il restante lo passiamo nel reticolo di canali che circondano la città,  un’esperienza magnifica al pari dei mercati galleggianti:
scorrere lentamente lungo il fiume, osservare le persone che abitano gli argini, distese di frutteti, piccoli ponti in bambu e soprattutto la lontananza dai rumori della città.

La cucina di Can Tho è davvero ottima e molto diversificata, dai piatti vegetariani, a quelli di carne, a quelli i pesce di mare o di fiume allo street food. Vista l’abbondanza di cibo di strada per ben 2 sere su 3 abbiamo optato per questo: ottimi i panini con maiale (qualcosa di molto simile alla nostra porchetta), fritti di ogni genere (carne, pesce e vegetali), ed ottimi anche spiedini di pesce, serviti in piccole polpette con verdure e patatine di mais.
Il centro principale per lo street-food a Can Tho è la piazza davanti al vecchio mercato, dalle 17 in poi, anche se non è certo il luogo più economico dove acquistarlo in quanto nel bel mezzo dell’area turistica.
Come ristorante abbiamo scelto il Quan Com 36 che poi ci siamo accorti essere anche sulla Lonely Planet (finalmente un suggerimento assolutamente degno di nota). Qua dentro difficilmente troverete turisti ed a giudicare dalla faccia dei camerieri e dalle fotografie degli altri clienti, non ne dovevano vedere da un bel po’. Abbiamo assaggiato maiale con uova d’anatra cotto nella soia e uno spezzatino di maiale, entrambi squisiti. Menù con immagini dei piatti (cosa da non sottovalutare da queste parti!), spesa circa 5 euro in 2, semplicemente consigliatissimo.
Da segnalare la Saigon Bakery, un forno in Mau Than Street al 153, ottima pasticceria a 7000VND al pezzo.
Il giudizio su Can Tho non può che essere positivo da ogni punto di vista: persone meravigliose, cibo ottimo, luoghi magnifici del tutto estranei alle nostre abitudini, una tappa sicuramente da non saltare.

20 risposte a “Can Tho

    • I barconi di Cai Rang, i loro vestiti ed il colore che il tutto assume con le prime luci dell’alba è un qualcosa che va vissuto. In assoluto il luogo dove mi sono sentito più a casa ed in un certo senso “integrato” durante tutto il viaggio.

  1. ebbene anche io sono stata là quest’ estate..salire sulla piccola chiatta che portava ananas e vedere il signore che ne tagliava una in modo assai artistico e la ragazza sotto in stiva che smistava miliardi di ananas. La vita sul fiume mi pare molto dura, c’è chi ci vive su queste piccole chiatte dove si capisce quello che vendono dalla cose appese su un asta nella barca. Le donne lavorano sempre molto, le vedi guidare queste canoe a remi con un’ abilità particolare, il sole che brucia e la vita da portarsi appresso.Gli affluenti sono molto belli e silenziosi, la magia di questo posto è la natura, i ponti improbabili, i bambini che spesso ti dicono hello e ancor piu bello è stato andare in bici in questi villaggi lungo il fiume, strade asfaltate o meno, buche, ponticelli e negozi fabbriche di caramelle mou fatte in diretta e assaggiare quel liquore con serpente e scorpione dentro che non credo passerebba la dogana se lo comprassimo…

  2. E’ in questo periodo che sta tutta la filosofia del viaggiare. Eccellente, complimenti! quel sapore speciale,da qualche parte, doveva arrivare!).

    Se ci riuscite, fatelo. Io sono ancora vivo. Nei 20 minuti che mi ci sono voluti per mangiare il pho mi sono state scattate almeno una dozzina di fotografie da parte di turisti su barche a motore, in 20, con giubbotto di salvataggio: vi assicuro che tra i due, lo strano non ero io. Quando siete in paesi stranieri, smettete di aver paura del “leggermente diverso dal solito”, smettete di mantenere le vostre abitudini, smettete di farvi organizzare sempre ogni cosa dagli altri o finirete per perdervi tutto. Le vaccinazioni che facciamo prima di partire dovranno pur essere sfruttate in qualche modo no? 🙂

    • Buongiorno! 🙂 Ovviamente nessuno è portatore di verità sul modo giusto di viaggiare però….. SI, per me un viaggio ben riuscito sta proprio nella piccole sfumature, nei dettagli apparentemente insignificanti che ti portano un po’ fuori dai binari quotidiani, dal normale “buon senso” (mai virgolette fuorono più necessarie) quotidiano. A presto. Matteo

      • buongiorno! E’ vero, nessuno è portatore del modo corretto di viaggiare, è un’ammissione di grande intelligenza. Però è altrettanto vero che viaggiare vuol dire (anche) esplorare, conoscere… e se ti fai “intruppare” da un’agenzia di viaggi… è (quasi) inutile aver lasciato casetta. Viaggiare senza cercare di entrare nella cultura che ti ospita è limitativo, riduttivo. Lo intendevo così… mi sembra d’esser d’accordo, o sbaglio? Buona giornata Matteo. (luca)

    • Ciao Michael! Si, decisamente uno dei luoghi da non perdere in Vietnam, anzi, averlo saputo prima avrei tralasciato altri luoghi decisamente inutili e mi sarei fermato qualche giorno in più qua! Ciao. Matteo

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